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Il popolo Dogon

Il Mali è uno dei più paesi più vasti dell’Africa sub-sahariana, con capitale Bamako e una popolazione di circa 11 milioni di abitanti.Il Mali si suddivide in tre regioni: quella settentrionale, desertica, fa parte del Sahara; quella centrale, la savana del Sahel, è in corso di desertificazione; quella meridionale, con vegetazione umida da savana. Nell’intero Paese la scarsità di acqua e l’uso eccessivo delle risorse forestali causano un inaridimento progressivo. La zona centrale del paese è occupata dal corso del Niger, che attraversa il Mali per 1800 km. La maggioranza della popolazione vive nelle zone rurali. Più del 60 per cento di questa popolazione si situa al di sotto della linea di povertà. La povertà è legata soprattutto all’agricoltura di sussistenza, soggetta quindi a fattori di rischio dovuti al clima, alla piovosità molto scarsa e al degrado dei terreni. Questa realtà è aggravata dall’insufficienza di infrastrutture e servizi sociali. In Mali vivono oltre venti diverse etnie, che hanno conservare ciascuna il proprio idioma e i propri costumi. A sud, in una terra arida e assolata, vive una di queste etnie: i Dogon. I loro villaggi, costruiti in bancò, un impasto di fango, paglia e burro di karitè, sono disseminati ai piedi della famosa ‘falesia’ di Bandiagara: una parete rocciosa, alta circa 400 metri, che attraversa il Sahel per oltre 200 chilometri. Nella zona sud della pianura e vicino alla falesia le terre sono coltivabili, mentre sull’altipiano lo è solamente il 10 per cento. In tale contesto la tradizionale agricoltura pluviale non è sufficiente, si è così sviluppata l’orticoltura lungo i corsi d’acqua e in terrazze sulle rocce. In particolare la produzione e la trasformazione dello scalogno Dogon (una varietà di cipolla) è diventata la principale attività della popolazione.